Sono tornata a Roma.
Stamattina ho fatto la valigia e, mentre la FG andava alla Sorbonne per seguire un corso, sono andata a fare un po’ di spesa.Al ritorno ho incontrato la mitica portinaia della FG, una signora portoghese gentilissima che adora mia figlia e non sopporta i francesi, abbiamo sparlato dei gallici e anche, visto che c’ eravamo degli inglesi e dei tedeschi. Siamo giunte alla conclusione che portoghesi, italiani, spagnoli e greci sono incomparabilmente più simpatici. Poi ho fatto una bella e lunga passeggiata sotto la pioggia.
Ormai sono diventata una vera parigina e non apro più l’ ombrello.
A Parigi gli unici che aprono l’ ombrello quando piove sono i turisti. Gli indigeni sanno che è perfettamente inutile farlo, infatti il vento che spira violento e continuo, a raffiche che non seguono mai la stessa direzione, gli ombrelli li distrugge con grande passione. Un parigino non apre l’ ombrello, semplicemente, tira su il cappuccio e continua a camminare e così faccio anche io, più pinguina che mai. Per me il problema sono gli occhiali, dopo un po’ non vedo più nulla, mi servirebbero due minitergicristalli da applicare alle lenti!
Ho raggiunto la FG e siamo tornate a casa dove abbiamo pranzato a panini, quiches e tartelettes, poi sono andata all’ aeroporto.
Ho aiutato due ragazzi italiani un po’ sperduti e me la sono cavata benissimo a parlare in francese con le signorine dell’ aeroporto.
L’ aereo è partito con la solita ora di ritardo, normale, io avevo il posto accanto al finestrino, nella mia stessa fila si è seduto un tizio che aveva sistemato la moglie, il figlio adolescente e una figlia piccola mostruosamente maleducata nei tre posti della fila accanto. Nel posto di mezzo della fila dove stavo io è venuta a sedersi una fanciulla vestita di veli molto trasparenti, un abbigliamento da ninfa che lasciava generosamente scoperti decolleté e gambe. Il tizio ha attaccato subito bottone, la ninfa, che evidentemente non gradiva, ha fatto finta di addormentarsi e il mandrillo ha passato tutto il tempo a guardarla. A me veniva da ridere e ho dovuto faticare per trattenermi, meno male che avevo un bel libro del grande Stefano Benni e mi sono distratta.
A casa ho disfatto le valigie, messo in lavatrice gli abiti da lavare, ho fatto toeletta e ho aperto la mia casella di posta elettronica dove ho trovato un bel po’ di messaggi ai quali ho risposto e infine ho scritto questo post.
Domani ricomincia la scuola e meno male perché già ho nostalgia della FG, mi manca tantissimo questa mia figlia così diversa da me, così affascinante e ironica, così intelligente e sognatrice, quando sono con lei mi sento compresa e sono felice, domani rivedrò i miei ragazzini, anche con loro sto bene, anche con loro sono felice!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
la storia della ninfa a dire il vero mi intristisce un po' perchè ci vivo in mezzo ai mandrilli.
comunque la pioggia sugli occhiali ti è rimasta, sarò anche ironica ma affascinante direi anche di no ^^
un bacione!!
Posta un commento