Il naso di Cyrano: Questione di gusti

domenica 9 marzo 2008

Questione di gusti


Oggi vi regalo una storia che ho scritto un po' di tempo fa, a me piace, a voi?


Questione di gusti

Il ragionier Feletti era irrimediabilmente scapolo. Era vissuto per quarant’ anni con la madre vedova, era figlio unico e amatissimo.
Quando la madre morì per lui fu una tragedia, si ritrovò solo in una casa grandissima e atrocemente silenziosa.
Cadde in depressione, il medico gli prescrisse dei farmaci ma il ragioniere era sempre più depresso. Andava a lavorare tutti i giorni ma svolgeva i suoi compiti meccanicamente, stava perdendo la voglia di vivere.
Il ragionier Feletti era timidissimo, non aveva amici, trovava difficile scambiare quattro chiacchiere con i colleghi, infatti raramente interveniva nei loro discorsi ma almeno sentirli parlare gli teneva compagnia. Quando tornava a casa, invece, trovava soltanto il silenzio e i ricordi.
Il medico, un giorno, gli chiese: – Perché non si prende un animale domestico? Un cane o un gatto possono tenere molta compagnia. –
Il ragionier Feletti ci pensò a lungo, un cane no, l’ idea non gli piaceva, un cane sarebbe stato troppo impegnativo, era necessario portarlo fuori e poi lui tornava a casa soltanto la sera, un cane è un animale sociale, ha bisogno di avere gente intorno.
Il ragionier Feletti pensò che un gatto fosse più adatto.
Egli era un tipo riflessivo, prima di decidersi si documentò su internet, studiò con attenzione ed in breve divenne un esperto in felini domestici. Finalmente acquistò un gatto, un maschio persiano che chiamò Carlomagno, un personaggio che aveva sempre amato.
Carlomagno era bello, aveva il pelo bianco con chiazze nere, la coda, lunga e folta, era nera anch’ essa. Si adattò subito alla casa e al ragioniere che, al suo ritorno, la sera, veniva accolto con miagolii e strusciatine.
Il ragionier Feletti non si fermò a Carlomagno, accolse a casa sua anche altri gatti, quattro per l’ esattezza, randagi che aveva incontrato per caso lungo il tragitto verso l’ ufficio.
Il mondo felino lo affascinava, osservava i suoi amici a quattro zampe, parlava con loro, li amava ma sapeva rispettare la loro indipendenza e Carlomagno, Giuliocesare, Nerone, Napoleone e Lincoln ricambiavano a modo loro il suo affetto con fusa e miagolii.
Al ragionier Feletti passò la depressione, la casa non era più vuota e silenziosa.
Ormai da cinque anni, quando terminava il suo lavoro, tornava a casa felice, non vedeva l’ ora di ritrovare i suoi amici.
Una sera, mentre tornava a casa con le braccia cariche di scatole di cibo per gatti e la testa nelle nuvole, urtò contro una donna, le scatole caddero a terra ed entrambi si chinarono a raccoglierle. La donna gli chiese: – Lei ha un gatto? –
La domanda era davvero stupida, pensò Feletti, ma rispose con orgoglio: – No, ne ho cinque! –
–Cinque! – esclamò la donna, poi continuò: – Pensi che io ne ho sei! –
Il ragioniere la guardò perplesso, non capiva se lei dicesse la verità o lo stesse canzonando. Decise di metterla alla prova, iniziò a parlare di gatti e sfoderò tutta la sua sapienza: parlò di vibrisse, di cuscinetti plantari, di unghie protrattili e soprattutto di psicologia felina.
Parlò a lungo, come non aveva mai fatto in vita sua e intanto guardava la donna. Quella lo ascoltava incantata e rispondeva a tono. Anche lei era una vera conoscitrice, sapeva tutto sui gatti e li amava quanto lui. Il ragionier Feletti la osservò con rinnovato interesse, non era bella e neppure giovane, dì istinto gli occhi di lui corsero alle mani di lei, non aveva anelli.
Il ragioniere si presentò e lei gli disse che si chiamava Ada; lui la invitò a prendere un aperitivo e lei accettò. Quando si salutarono, lui le chiese il numero di telefono e lei glielo diede.
Com’ era volato il tempo trascorso insieme! Il ragioniere era meravigliato dalla facilità, per lui davvero inusuale, con la quale aveva esternato la sua passione, la sera a casa raccontò ai suoi mici l’ incontro ed era tanto piacevole ricordare.
Il ragioniere e Ada si rividero, lei gli presentò i suoi gatti, unici compagni della sua solitudine e consolazione della sua tristezza, lui le fece conoscere i suoi cinque campioni e continuarono a vedersi e a parlare di gatti.
Oggi Ada e il ragioniere non sono più soli e tristi, si sono sposati e vivono insieme, loro due e gli undici gatti, in un’ unica grande famiglia felice.

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