Il naso di Cyrano: Bambole e fucili

sabato 27 gennaio 2007

Bambole e fucili


Eravamo in tre: una sorella, un fratello e un’ altra sorella.
Praticamente coetanei, giocavamo insieme.
A cosa? A tutto. Giocavamo un gioco che non finiva mai. Voglio dire, era un gioco “ a puntate “.
Facevamo finte di essere diventati grandi e di avere famiglia.
Io avevo alcuni “figli”: Nanni, Sonia, Mariolina e Bruscolino, tre bambole e un orsetto di peluche, mia sorella era la più prolifica, oltre alle bambole aveva uno sterminato numero di peluches: gatti, orsetti e varie.
Mio fratello, essendo un maschio ( e a quei tempi la cosa era seria ) non aveva bambole ma aveva Croccrò, un orsetto, era il suo unico “figlio”.
Facevamo ricevimenti, feste, partite di calcio e organizzammo persino la Prima Comunione delle bambole, mia madre cucì dei graziosi vestitini per tutti i “nipotini”.
Ovviamente io e Cat avevamo anche un’ ampia dotazione di pentoline, tazzine, piattini, lettini, carrozzine che dovevamo in parte prestare al povero fratello che ne era assolutamente sfornito.
E quando mai, una madre avrebbe regalato cose del genere al figlio maschio??
Giocavamo anche alle storie che leggevamo; io e mio fratello eravamo indefessi lettori, si viaggiava a Salgari, Verne, Dumas e simili e si giocava a ripetere quelle storie.
Mia sorella faceva l’ eroina, cioè la stupida fanciulla che si caccia sempre nei guai e poi tocca agli eroi risolvere i problemi.
Mio fratello e IO eravamo gli eroi. Lui Sandokan e io Yanez, lui Dartagnan e io Athos e così via.
La stanza dei giochi diventava giungla, prateria, oceano…e noi vivevamo infinite avventure.
Le armi ce le costruivamo con materiali poveri, per fare un fucile bastavano due vecchi e usati ( altrimenti mia madre s’ infuriava ) fogli da disegno. Facevamo due cartocci, uno lungo e stretto e uno corto e più grosso, poi li univamo con un pezzetto di scotch.
Poi, un giorno io conobbi l’ invidia!
Io non sono una persona invidiosa, in genere sono soddisfatta di quello che ho e non mi dispiace se gli altri hanno più cose o più belle ma…
Un giorno a mio fratello regalarono il BENGALINO, il mitico fucile giocattolo che ogni bambino desiderava ardentemente. Lo volevano tutti i bambini maschi e una femmina: IO!!
Ma a me nessuno mai avrebbe regalato un fucile, io ero una bambina, per me c’ erano bambole e pentoline.
Così, continuammo a giocare ma, mentre io continuavo a costruirmi tristi moschetti di carta, il fratello sparava al nemico con il suo meraviglioso Bengalino.

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