Il naso di Cyrano: Per Mostre e Musei

domenica 7 gennaio 2007

Per Mostre e Musei


Quando le figlie avevano 10 e 7 anni presi una drastica decisione.
Dissi a mio marito: “ Sono dieci anni che vivo praticamente in clausura tra pannolini, compitini, festicciole e simili. BASTA!!! Domenica andiamo a vedere una mostra”
Ci andammo. Con le figlie.
Ora non ricordo quale mostra fosse, da allora ne abbiamo viste tante.
Ovviamente, mi ero preparata e cercavo di spiegare con linguaggio adatto alle creature le nozioni di base per capire quello che stavano vedendo.
La figlia informatica ( da ora in poi FI ) mostrò un moderatissimo interesse, il minimo indispensabile per giustificare il pranzo al fast food che avevamo promesso se si fossero comportate bene.
La figlia grafomane ( da ora in poi FG ), benché avesse solo sette anni, si scatenò. Il suo entusiasmo trapelava da tutti i pori. Mi seppellì di domande, voleva sapere TUTTO, anche quello che non sapevo io. Fu necessario scartabellare il catalogo che, per fortuna, avevamo acquistato. La FG era più felice che se l’ avessi portata alle giostre.
Da allora non ha più smesso di visitare mostre e musei.
Mi faceva piacere che si appassionasse all’ arte e alla storia ma talvolta succedevano episodi, a dir poco, incresciosi.
A Firenze, la prima volta che ce la portai, aveva sette anni.
Avevo progettato una visita soft, con pochi musei e molti esterni. Mentre passavamo davanti alla Galleria dell’ Accademia le dissi che lì c’ era il David di Michelangelo. Dopo qualche secondo mi resi conto che non la stavo più tenendo per mano. Era sparita! Io e mio marito eravamo nel panico più totale, quando una signora ci disse che aveva visto una bambina, corrispondente alla descrizione che le facemmo, entrare alla Galleria. Ci precipitammo dentro. Era là, alla biglietteria, regolarmente in fila dietro un muro di turisti tedeschi.
Alle nostre rimostranze, serafica, rispose: “ Ma perché? Non ce lo andiamo a vedere Davide?”
Che altro potevamo fare? Ci andammo.
In altra occasione, agli Uffizi, richiamò severamente una guida francese, che spiegava a voce un po’ troppo alta, con queste parole: “ Nei musei non si parla a voce alta.”
E’ vero che noi lo dicevamo spesso a lei e alla sorella ma fu terribilmente imbarazzante. Comunque la guida abbassò la voce.
Una volta andammo con degli amici, forniti di figli coetanei alle nostre, a visitare una mostra sugli antichi romani.
La FI, con la sua amica, aspettava solo di uscire per il solito fast food, entrambe avevano l’ aria di annoiata sufficienza tipica dei ragazzini costretti a uscire con i genitori.
La FG e Leo, il figlio piccolo dei nostri amici alla sua prima mostra, giravano per conto loro. Rassicurammo i genitori di Leo, Aurora conosceva benissimo il Palazzo delle Esposizioni e, in ogni caso, l’ ingresso era sorvegliato e non c’era rischio che uscissero.
Visitammo la mostra e alla fine andammo a cercarli, sentivo la voce della FG ma non la vedevo, eppure doveva essere in quella sala. In effetti c’ era, solo che io non potevo vederla perché era attorniata da un gruppo di persone adulte che seguivano le spiegazioni, che lei stava fornendo a Leo, con la massima attenzione. Quando seppero che noi eravamo i genitori, ci fecero i complimenti e ci dissero che avevano imparato molte cose che non sapevano.
Il che è bello ma anche (d)istruttivo!

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