Il naso di Cyrano: Pasqua a Parigi 6

lunedì 24 marzo 2008

Pasqua a Parigi 6


Oggi scrive la FG

Stamattina siamo andate a prendere zia in albergo, era necessaria, a sua detta, la mia presenza per pagare il conto (beninteso il conto lo pagava lei, io casomai servivo per tradurre) alla fine la zia Cat se l'è cavata da sola coadiuvata da quell'orrendo ibrido che è il franglese.

Uscite dall'albergo abbiamo fatto, giusto per allungare un po' Boulevard Raspail, trascinandoci dietro la valigia di zia che abbiamo depositato a casa mia (ma quanto è bello stare in ascensore stipate una sull'altra con valigia come delle sardine...).

Lo zio V, mago di tempismo, aveva pensato di chiamare la zia Cat per raccomandarle di portargli un pensierino da Parigi proprio la sera della domenica di Pasqua... Lunedì di Pasquetta è assolutamente impossibile trovare una chocolaterie aperta (e lo zio V non è uno a cui puoi regalare vestiario, salvo forse, se esiste, una cravatta del CHE) ma... il Monoprix era aperto e, se fossi stata solo con zia Cat non sarebbe stato un problema, il fatto è che con noi c'era anche la pinguina, alias mamma, reduce ben guarita dall'influenza... O-o

La pinguina ha fatto gli onori di casa mentre io zombeggiavo allegramente, questo significa che ha mostrato a zia Cat tutti ma proprio tutti i reparti dell'immenso Monoprix.

Dovevamo comprare SOLO dei cioccolatini (una sola scatolina per zio V in teoria a cui si è aggiunta una madostodontica scorta personale per tutte noi) e un po' di pane, io ne volevo approfittare per rimpinguare la mia scorta di mutande (non so davvero dove le ho messe, lo confesso) e doveva chiudersi lì.

Senonché la pinguina ha la malsana idea di suggerire alla sua esimia sorella, nonché passerotto salutista (ho una famiglia alata) di comprare delle viennoiserie... mia zia mi ha gentilmente costretta a fare la domanda più idiota di Francia ad un commesso esterrefatto, mentre immaginavo la neuro e un paio di flic che ci portavano via ho sentito la mia voce pronuciare l'orrenda domanda: “Vous avez quelque chose où il n'y a pas du beurre?” ovvero “Avete nulla senza burro?”.

La reazione del commesso:

= O-O =

con gli occhi sgranati è impallidito nello sforzo di non mettersi a ridere, invece la pinguina rideva ed io, povera martire circondata da folli, cercavo una vanga, per sotterrarmi.

Il fatto è che in Francia l'olio è poco reperibile ed il burro è dovunque, quasi quanto la cipolla.

Zia Cat si è arresa all'evidenza e a malincuore ha comprato due brioches che forse non mangerà mai.

Mentre i miei occhi ancora cercavano inutilmente la vanga le due pennute delinquenti mi hanno condotta fuori dal Monoprix e siamo andate a casa a fare dei panini che per il nostro passerotto ziesco erano abbondanti ma per noi (universitaria a stecco + pinguina famelica) erano insufficienti.

Abbiamo accompagnato la zia alla stazione... ...in mezzo ai piccioni e ai passerotti (i secondi credo fossero venuti a salutare zia Cat) c'erano i migliori accenti dialettali italiani, del nord soprattutto, essendo il treno per Milano Centrale.

Il viaggiatore tipico Europeo è impassibile, si mostra lungamente esperto di stazioni od aeroporti, la sua valigia è composta ed il suo aspetto lo è ancor di più, viaggia in genere solo o in piccoli gruppi e sembra (o quantomeno presume) conoscere la lingua locale o almeno l'inglese.

Il viaggiatore italiano sembra appena uscito dalla centrifuga di una lavatrice impazzita, viaggia in mandrie ed è isterico per definizione, i suoi bagagli sono una catasta informe di borsoni e fagotti, siede deve può ed alterna l'aria iper agitata a quella esterrefatta con sorprendente velocita.

Aggiungerei che parla solo italiano e, talvolta, solo il proprio dialetto e lo fa a voce rimarchevole.

È già orrendo che i francesi mettano due treni su un solo binario (annunciato all'ultimo momento) e che si debba correre per tutta la lunghezza del treno per raggiungere la prima carrozza del suddetto ma farlo con negli orecchi l'urlo di “ FRANCESCO DOBBIAMO SALIRE” di una madre, padana. Impazzita mentre guida la sua madria familiare verso lo scompartimento rende il tutto tragicomico.

Zia Cat è partita (ed anche già arrivata) e noi ci siamo fiondate all'Orangerie.

Neve mista a pioggia, fila pressoché immobile per visitare una mostra su un fauve: Vlamink.

Punto positivo, affascinante studente Tedesco con cui fare due chiacchiere ma la sottoscritta, notevolmente tonta, non ci si è impegnata abbastanza (devo mordermi le mani?).

La pinguina mi stava per morire surgelata e non potevo mettermi a far chiacchiere.

Valeva la pena di fare la fila per la mostra: i quadri erano luminosissimi, cooratissimi e geniali ma la gente era tanta e la mamma pinguina formato tappo mi passava davanti alla gente senza accorgersene minimamente, completamente catturata dalle opere esposte... vedendo ripetersi questo scempio a danno di una povera signora che era persino più bassa di lei l'ho strattonata rischiando di ammazzare lei e... lo studente tedesco che era comparso PROPRIO in quel momento (la vanga! Volevo la vanga!).

Siamo tornate a casa a piedi, l'autobus ovviamente non passava, sotto un'acqua gelata ci siamo sistemate e riposate ed attaccate a youtube, nuova droga per la pinguina che profitta della mia connessione per navigare in rete (dovrò mettere il filtro bambini?).

Ora ci vedremo un film e poi andremo a letto.

Domani mamma parte e la mia vita tornerà ad una normalità rilassante e un po' piatta, senza volatili eccetto il piccolo francesino di cui sono baby-sitter che ogni tanto fa il pinguino pure lui (ma lui lo fa di proposito, per mia madre è una seconda natura).


3 commenti:

cat ha detto...

Le brioches le ho mangiate ed erano veramente squisite nonché digeribili, ce ne fosse stata una terza l’avrei comunque apprezzata. Devo dire che sarà stato il “piacevole” freddo o le “corroboranti” camminate (con mio immenso piacere ho perso un chilo) ma stranamente non ho avuto i soliti problemi di stomaco che sopravvengono puntualmente quando vivo in modo insolito. Questa volta il mio viaggio in treno è stato tranquillo tranne un po’ di scompiglio iniziale creato dai passeggeri milanesi mostranti una “leggera” indignazione per l’aggancio dell’altro treno (“ueh!, dicono di noi italiani ma in queste stazioni francesi non si capisce proprio nulla”).
Per descrivere questa mia vacanza a Parigi posso usare alcuni termini: “grandiosa” per ciò che riguarda l’abilità della sorella nel muoversi sopra e sotto la città; “notevole” per il senso di indipendenza e la capacità di sopravvivenza acquisito dalla nipote in così poco tempo in terra straniera; “illuminante” per capire quanto c’è ancora da scoprire nella propria vita e come si può sconfinare dai propri limiti; “magico” quando ti immergi fisicamente nel passato avvertendo la sensazione di diventare la pennellata di un quadro (mi riferisco ovviamente ai quadri di Orsay nonché al fantastico posto dove sono allestiti). Insomma una marea di sensazioni e di emozioni che ti fanno passare qualsiasi senso di disagio provocato dal clima gelido, dalla pioggia, da qualche notte insonne o dal senso di stanchezza. Ah dimenticavo ancora una frase. Grazie di tutto!

Tess ha detto...

Caspita, Cat!
Mi stai diventando poetica!
E pensare che da studentessa eri tutta matematica e molto poco letteraria.
Si vede che crescendo si migliora, almeno alcuni di noi, comunque, è stata piacevole questa vacanza à troi, anche io e la FG ci siamo divertite.
A presto
Tess

Unknown ha detto...

sto cercando il filtro bambini per la connessione ma non lo trovo, proverò a cercare un filtro pinguini. sono molto contenta che la zia passerotto si sia mangiata le brioche!! un bacione all'intera famiglia pennuta in tutta italia!!!
La FG