Il naso di Cyrano: Adelchi e il terremoto

mercoledì 8 aprile 2009

Adelchi e il terremoto


Domenica mattina mi sono svegliata con il raffreddore, a forza di pulire casa a finestre aperte era inevitabile. Comunque, il pomeriggio, armata di fazzoletti, sono andata a vedere una lettura-concerto dell’Adelchi di Manzoni, scortata da una FG con la tipica espressione da “Ci vengo solo per farti contenta, io Manzoni lo odio.”
Alla fine la FG aveva cambiato faccia: a parte le solite signore maleducate che avevano chiacchierato per gran parte dello spettacolo, alla FG era piaciuto Tutto! Il testo del sommo scrittore, la recitazione, le musiche, soprattutto i timpani che battevano ossessivamente un’aria di guerra e distruzione, insomma, la FG era entusiasta anche più di me, il che è quasi impossibile, io amo Manzoni e Adelchi in particolare.
Certo, dopo che uno ha letto Hugo o Balzac, in francese, può trovare il linguaggio manzoniano pesante e farraginoso ma i francesi una lingua francese ce l’avevano e da mille anni, Manzoni, come Dante a suo tempo, la lingua se l’è dovuta inventare ed entrambi, rispetto ai loro contemporanei, hanno fatto miracoli. Se non mi credete andate a leggervi Pellico o Tommaseo, contemporanei del Manzoni e poi ditemi se non ho ragione!
La FG ha concluso la serata uscendo con degli amici e fermandosi da loro a dormire, io sono tornata a casa.
Alle tre e mezzo mi sono svegliata in un letto che sembrava una barca nella tempesta, il terremoto si sente benissimo se abiti ad un piano alto. Non mi sono spaventata, in fin dei conti so come ci si comporta in caso di emergenza, a scuola ci fanno corsi su corsi nel settore (ricordate, ragazzini, alunni miei, applicate le procedure in qualunque luogo vi troviate).
Ho aspettato che il letto smettesse di tremare poi mi sono alzata e ho provato a chiamare la FG, il suo cellulare squillava ma lei non ha risposto, non mi sono preoccupata, la FG quando dorme, dorme davvero, neanche le trombe del Giudizio universale potrebbero svegliarla, allora ho chiamato la FI dicendole di alzarsi, lei mi ha chiesto perché, le ho risposto che se ci fosse stata un’altra scossa avremmo dovuto cercare di raggiungere il piano terreno. La FI mi ha risposto testualmente:” Va bene, se c’è un’altra scossa mi chiami e io mi alzo” e ha continuato il suo sonno beato.
Pensavo di dover tranquillizzare le fanciulle spaventate e quelle non si erano accorte di nulla!
Che altro dovevo fare? Mi sono accesa una sigaretta e sono andata a smanettare sul digitale terrestre alla ricerca di notizie che non c’erano. Poi me ne sono tornata a dormire anche io.
La mattina dopo ho chiamato mia mamma che,invece, mi ha dato tanta soddisfazione: lei sì che si era svegliata (io non l’avevo chiamata al momento perché non volevo agitarla nel caso dormisse) e si era così spaventata che la mattina dopo era ancora nel panico. L’ho fatta parlare a lungo e l’ho, spero, un po’ calmata.
Ieri sera altra scossa forte, ero al computer, la FG si è un po’ agitata, ho calmato lei e poi ho chiamato mia madre che ci sta facendo l’abitudine e sembrava tranquilla, la FI era fuori e ha chiamato lei per dire che stava bene.
Le notizie sono arrivate e sono terribili: i morti, le distruzioni, la sofferenza ci riportano bruscamente dalla letteratura alla cruda realtà, Adelchi muore ma rinasce ogni volta che noi leggiamo la sua storia, la gente d’Abruzzo è morta per davvero.
Stavolta non è colpa dell’uomo: non è stata la guerra, non sono state la viltà e la crudeltà, il desiderio di potere o di ricchezza, Stavolta la Natura ha fatto tutto da sola e a me, che sono incorreggibile, viene in mente “La ginestra” di Giacomo Leopardi: davvero siamo formiche, pensiamo di poter dominare la nostra vita, a volte alcuni di noi si credono Dei ma tutti siamo piccoli esseri di fronte alle forze smisurate e imponderabili della natura.

Nessun commento: