Il naso di Cyrano: Mostre, mostre

mercoledì 15 aprile 2009

Mostre, mostre


In questo periodo ho visitato tre mostre bellissime, un vero piacere per gli occhi.
Mercoledì scorso, con la FG, sono andata a vedere le opere di Beato Angelico, un pittore toscano che adoro.
Era un’anteprima e abbiamo avuto una guida bravissima che ci ha illustrato soprattutto le novità rinascimentali di fra’ Giovanni da Fiesole. Le opere in mostra erano di alto valore e me le sono gustate mentre la FG prendeva appunti forsennati, lei deve sostenete un esame su Beato Angelico e la mostra è curata dal professore che la interrogherà, dunque non solo ha preso appunti ma sta anche elaborandoli al computer in un lavoro enorme.
Lunedì, con la FG e Cat, sono andata a Villa Torlonia per la mostra sui manifesti pubblicitari italiani dagli anno Venti agli anni Quaranta. Bellissima. C’erano opere dei maggiori cartellonisti dell’epoca, realizzazioni dalla grafica innovativa, soluzioni originalissime ed efficaci, nei più antichi era evidente l’influsso del Futurismo e delle avanguardie. Mi è piaciuta da impazzire.
Dopo la mostra abbiamo visitato la villa e la palazzina che io già conoscevo, per Cat invece è stata una novità, lei non l’aveva ancora vista dopo il restauro.
Ieri siamo andate a visitare la mostra sui Futuristi.
La bellissima sorpresa è stata che c’era poca gente, quindi abbiamo potuto goderci le opere esposte con calma e senza doverci infuriare con i soliti maleducati.
Anche qui le opere erano pregevoli, c’erano veramente tutti da Carrà a Severini, da Boccioni a Balla e poi gli stranieri che hanno influenzato o sono stati influenzati dal Furturismo.
Il Futurismo è stato un fenomeno tutto italiano, nel senso che gli artefici erano tutti italiani ma la città nella quale loro si sentivano a casa era Parigi e a Parigi sono entrati in contatto con le avanguardie, coi Dada, i surrealisti, Picasso.
C’era nelle opere esposte la tensione giovanile, l’aspirazione al cambiamento, al superamento di un’estetica comunque legata a stilemi classici. C’era la voglia di andare oltre, di uscire dall’etica dell’Italietta giolittiana, tanto solida ma tanto noiosa.
Il Futurismo è, più che espressione artistica, movimento etico, ansia di rinnovamento; certo, poi tutto si è risolto in fallimento, la prima guerra mondiale ha cancellato l’Italietta ma anche tanti giovani intellettuali, morti al fronte o disillusi dagli eventi. Poi è finita come è finita: vent’anni di dittatura hanno pietrificato l’Italia e cancellato la cultura come libera espressione della tensione morale.
Nelle opere della mostra c’era tutto questo, c’era la ricerca di quei giovani, la volontà di cambiamento, c’era la Giovinezza, in ultima analisi c’era l’Utopia, irrealizzabile ma affascinante, di tutti i ragazzi di un tempo: quella di cambiare il mondo.

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