Il naso di Cyrano: Parigi o cara... 9

domenica 13 luglio 2008

Parigi o cara... 9


Oggi scrive la FG.

Stamattina ritorno ad Orsay. Ebbene si, è la quarta volta che ci andiamo.

Ora, nell'ottica di un normale abitante nord-europeo la giornata era mite,tuttavia l'esimia genitrice aveva la pelle d'oca...

...visto che si lamentava pretendendo che acquistassimo una felpa (oggi è domenica e persino a Parigi i negozi sono chiusi) l'ho sfiorata ed effettivamente ho toccato una pelle ittica: Gelida e pronta dotarsi di squame.

Ho condotto quindi il pesce rosso mamma in cerca di una felpa per i vari book-shop di Orsay che, ovviamente, ne erano sprovvisti essendo questo un periodo estivo.

Ai limiti del congelamento la mia mater-pinguì si è rassegnata a comprare una maglietta da infilare sopra quella che già aveva.

Il museo era bellissimo ma avevano tolto rispettivamente la mia opera preferita (un ventaglio dipinto) e quella della mia, ormai cipollide, madre (un dipinto di Boldini).

Dopo le prime mostre (una sulla fotografia ed una divertentissima sul teatro delle ombre) ho addizionato le cipolle alle cipolle: siamo andate a mangiare nel coloratissimo ed affrescatissimo (nonché doratissimo) Salon des fêtes dove ho mangiato la bouillabaisse e la ratatouille entrambe strabordanti dell'olezzante ortaggio.

Immaginate la contentezza della genitrice alla serie di sbadigli che hanno seguito il pranzo...

Lei ovviamente si è sparata un piatto di formaggi ed un dessert ipercalorico, il tutto continuando a battere i denti dal freddo.

Dopo pranzo, con me che facevo scostare la gente ad ogni respiro, ci siamo recate dagli impressionisti.

Ho perso di mano la mamma.

Ho sentito all'improvviso un secco comando in orrido inglese che tuonava: “No Flash!!!”.

L'imperativo categorico era uscito da una persona assai nota di cui inizialmente, data l'altezza, non riuscivo a scorgere il viso: mia madre, furibonda, non riusciva ad accettare che la turistaglia americana sparasse flash contro le immortali pitture di Monet e Van Gogh.

La gente che usava il flash ha smesso immediatamente.

Ho tentato di tirar via dalla sala l'esimia genitrice (versione bulldog) prima che qualcuno ci pestasse ma ci sono riuscita solo dopo che lei si è guardata tutti i quadri, che peraltro conosce a memoria.

Con sollievo siamo riuscite ad uscire vive da Orsay e, folle idea dell'irrequieto essere che mi diede i natali, abbiamo preso l'openbus.

Secondo quale malato ragionamento una professoressa morta di freddo, che (già di suo è curva) ha passato tutta una mattinata rannicchiata su stessa per riscaldarsi, possa decidere di prendere un autobus aperto è un mistero fortunatamente a me ignoto.

Per accompagnare la nostra gita nel migliore dei modi il cielo di Parigi ci ha regalato acqua gelataIl ghiacciolo mamma invece di intirizzirsi in santa pace scattava foto tutta contenta fra un brivido e l'altro.

Una turista giapponese non ne sarebbe stata capace.

Scese dal bus, per oscura legge di Murphy piombiamo davanti all'unico negozio di souvenir aperto e il ghiacciolo mamma ha comprato, quando ormai era tardi, un orrida felpa Kitsch extra-large con la scritta Paris. Blu ovviamente, che l'ha riscaldata.

Ora la mia paradossale genitrice è stesa sul letto, cioè praticamente per terra mentre io capisco davvero perché molti uomini guardano alle donne come ad un mistero.

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