Cara nel senso di costosa.
Comunque, sono di nuovo qui. Per riprendermi la FG che torna a Roma con me.
Però sono qui anche per farmi una vacanzina e per raccontarvi, come al solito, quello che mi succede.
Stamattina sveglia alle 4.30, tenuto conto che in totale ho dormito due ore potete immaginare con che faccia sono arrivata all'aeroporto e con che umore, umore che è peggiorato ulteriormente quando, al check-in, sono capitata in mezzo ad una colonia di americani che massacravano, senza ombra di vergogna, la lingua inglese con la loro pronuncia al chewing-gum. Nel senso che gli americani quando parlano sembrano masticare gomma americana pur non essendone provvisti.
Sull'aereo, dopo la solita crisi da decollo superata con il solito mezzo chilo di smarties, ho guardato dal finestrino il panorama fino al confine alpino. Dopo non c'era da vedere altro che una spessa coltre di nubi così mi sono messa a leggere.
Sono atterrata sotto la solito pioggia, lo so che mi invidiate, pensate: “lei al fresco sotto la pioggia e noi al caldo bollente” e invece no: piove ma fa caldo anche qui.
Ad aspettarmi con la FG, c'era F, un suo pelosissimo amico.
Siamo arrivati a Montparnasse e siamo andati a pranzare con quiches e paninì.
Nel pomeriggio puntatina al mitico Monoprix, ove F mi ha definita una madre speed, perché d'accordo con la FG anch'egli sostiene che ci vogliano i pattini a rotelle per inseguirmi.
A cena i due sciagurati mi hanno portato al “Piano Muet” dove mi hanno fatto mangiare una salade de fois de volaille buonissima e...
...la raclette!
Cos'è la raclette? Adesso ve lo spiego: simpatico piatto invernale (ma qui le stagioni sono semplicemente un punto di vista) la raclette è una sorta di cerimonia mangereccia che si effettua con l'uso di una piastra iper-rovente, di un microscopico padellino e di una buona spatola di legno.
Il formaggio, denominato appunto raclette, viene servito con prosciutto e eventuali vegetali da annettere nella padellina ove lo si cuoce; Mentre la mistura fonde si riempie il piatto con listelle di patata lessa attendendo che esso fonda al punto giusto, indi si versa la golosa e formaggesca mistura sulle patate, mentre si mette a cuocere una seconda fetta di formaggio (se le porzioni non avessero tutto formato un limite si potrebbe mangiare a ciclo continuo).
Dopo tutto ciò, i sempre più sciagurati compari mi hanno condotto in una rhumerie, dove mi hanno offerto una violette, squisito ma piuttosto alcolico cocktail a base di rhum, cassis e sciroppo di violetta. Un nettare.
Poi mi sono vendicata, li ho portati a spasso, a cercare rue Saint Père, strada citata in una serie di romanzi che ho letto di recente e che mi sono piaciuti da matti.
1 commento:
Che giornata! Invidiabile specialmente la cena, i Francesi hanno la capacità di non farti mai annoiare. Gustosissima la raclette.. se e quando ritornerò a Parigi sarà la prima cosa da provare! e ru Saint Père..penso di avere letto lo stesso romanzo el'ho trovato delizioso
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